Parkinson: incremento ponderale nelle persone sottoposte a neurostimolazione per il trattamento dei sintomi della malattia neurodegenerativa


Era già noto che le persone affette da malattia di Parkinson sottoposte a stimolazione celebrale profonda ingrassassero, ma meno chiaro era il perché.
Uno studio, effettuato al SISSA di Trieste e pubblicato sulla rivista Cortex, ha permesso di comprendere che l’aumento di peso corporeo dopo l’impianto ha origini molteplici.

Sono stati monitorati un gruppo di pazienti prima e dopo l’intervento di stimolazione cerebrale, valutandone gli aspetti cognitivi, psicologici e comportamentali.

I risultati hanno dimostrato che l’incremento ponderale è associato a un aumento del desiderio per il cibo e al livello di impulsività, ma anche alla durata della malattia e alla riduzione della terapia farmacologica, fornendo così elementi importanti a scopo preventivo.

L’alterazione del peso corporeo è una delle possibili complicanze della stimolazione cerebrale profonda come trattamento della malattia di Parkinson.
La sua origine era stata inizialmente attribuita alla sostanziale riduzione dei sintomi motori, trascurando il ruolo dell’area cerebrale di stimolazione, il nucleo subtalamico, nei sistemi di gratificazione e ricompensa.

Lo studio, condotto in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine e coordinato da Raffella Rumiati del Laboratorio di Neuroscienze di SISSA ( Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati ) ha coinvolto 18 pazienti parkinsoniani sottoposti a stimolazione cerebrale profonda e 18 volontari sani.
I pazienti sono stati valutati in tre momenti distinti: prima dell’intervento, dopo 5 giorni dall’operazione e dopo almeno tre mesi. Erano sempre sotto trattamento farmacologico, in graduale riduzione, mentre all’ultima rilevazione era anche attivo lo stimolatore.

I partecipanti sono stati sottoposti ad alcuni questionari utilizzati a livello clinico per valutarne i livelli di depressione, anedonia ( incapacità di provare piacere ), e impulsività. Hanno inoltre eseguito alcuni compiti di valutazione della sensibilità alla gratificazione alimentare e delle reazioni impulsive al cibo.

I risultati dello studio hanno confermato un aumento di peso significativo nei mesi successivi all’intervento.
In linea con una alterazione del sistema di ricompensa, la variazione di peso si è rivelata più consistente nei pazienti che, dopo l’intervento, hanno mostrato un aumento del desiderio per il cibo.
E' stata anche evidenziata l’importanza di caratteristiche individuali quali, l’impulsività attentiva ( tendenza a prendere decisioni improvvise ), e di caratteristiche della malattia, come la sua durata e la riduzione del carico farmacologico.
E' stata, pertanto, dimostrata la natura multifattoriale dell’incremento ponderale post-operatorio e sono emersi strumenti per identificare i pazienti più a rischio e prevenire così un aumento di peso eccessivo o comunque debilitante. ( Xagena_2017 )

Fonte: SISSA, 2017

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